| Giornata movimentata in casa della Martos Napoli. In mattinata è stato presentato il nuovo acquisto Damon Jones, nel pomeriggio c'è stata la rottura definitiva con il coach Franco Marcelletti.
ARRIVA MELILLO? - È praticamente rottura tra la Martos Napoli e coach Franco Marcelletti. Il tecnico, già assente questa mattina alla presentazione dell' asso americano della Nba, Damon Jones, non ha diretto l' allenamento pomeridiano della squadra, svolto al PalaBarbuto. L' episodio ha creato imbarazzo nella società ex Rieti, che ha provato ad addurre giustificazioni, non risultate plausibili. La rottura era già nell' aria domenica sera dopo il derby con l' Air Avellino, ed è divenuta più evidente dopo alcune affermazioni del presidente Papalia rivolte Facebook ai tifosi. Per la sostituzione si punta su una rosa di nomi tra cui l'ex Napoli basket e Scafati, Maurizio Bartocci e Phil Mellillo, che fece grande Roseto a fine anni Novanta. Sembra che proprio quest'ultimo in queste ore sia stato contattato da Papalia per sedere sulla panchina di Napoli, già da domenica prossima nella trasferta di Bologna con la Virtus.
JONES - Sorridente, simpatico, coinvolgente e con tanta voglia di giocare. Si è presentato così Damon Jones: «Amo giocare da 1 e da 2 - ha detto Jones in conferenza stampa - e nella mia carriera NBA ho giocato ad alti livelli in entrambe i ruoli. A Cleveland partivo dalla panchina come specialista, a Miami invece distribuivo di più la palla. Non credo che cambierò modo di giocare, il mio basket è sempre lo stesso, lo adatto semplicemente alle necessità della squadra. Perché Napoli? Non so se la mia carriera NBA è finita, so solamente che voglio giocare e Napoli mi sta dando l'opportunità di farlo. Mi piace il calore della gente, sono contento quando il pubblico si carica e non sento come un peso, una responsabilità il dover dare una scossa all'ambiente. Mi piace avere l'attenzione su di me, mi piace giocare a basket e vincere, fare spettacolo. Vedrete quanto sono stravagante. Sono serio e convinto quando dico di essere il miglior tiratore al mondo. Adesso posso dimostrarlo all'altra parte del mondo. Fisicamente sto bene, sono pronto. Ho lavorato ogni giorno pur non sapendo dove avrei giocato. Dovrò forse adattarmi ad uno stile differente ma ritengo che il basket sia internazionale e che comunque la palla deve andare nel canestro più volte rispetto all'altra squadra».
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